parkinson training autogeno

La Sindrome di Parkinson (PD) è una malattia neurodegenerativa provocata dalla morte delle cellule che sintetizzano e rilasciano la dopamina la cui causa è sconosciuta. Tra i sintomi abbiamo tremore a riposo, rigidità muscolare, lentezza nei movimenti, difficoltà a camminare, deficit cognitivi e comportamentali e demenza. Di solito viene trattata con la cura dopaminergica e la fisioterapia (PT) per migliorare, stabilizzare o ritardare i disturbi motori. L’obiettivo di questa indagine (1) è quello di rilevare quanto il training autogeno, come trattamento aggiunto alla PT, sia efficace nel miglioramento dei disturbi motori del PD.

Criteri di inclusione:
– PD in II o III fase;
– Gravità del 30-40% nella sottoscala motoria di UPDRS;
– Punteggio =27 nel MMSE;
– Condizione medica stabile nei 3 mesi precedenti al trattamento;
– Il soggetto risponde ai farmaci.
Criteri di esclusione:
– Disturbi dell’udito;
– Acatisia;
– Depressione;
– Deficit dell’attenzione;
– Parkinsonismo secondario;
– Parkinson a insorgenza precoce;
– Ipertensione;
– Disturbi neurologici, cardiovascolari e muscolo-scheletrici.
Sono stati reclutati 65 pazienti con PD, tra i 55 e i 65 anni, sia maschi che femmine, alcuni introdotti nel gruppo sperimentale (N=32) e altri nel gruppo di controllo (N=33). Due neurologi hanno fatto una valutazione con la scala UPDRS prima del trattamento, dopo il trattamento (settimana 8) e al follow-up (settimana 12).
Entrambi i gruppi hanno ricevuto la PT 5 volte a settimana, per 8 settimane e il gruppo sperimentale ha ricevuto, in più, il training autogeno per 5 volte a settimana, in 8 settimane.
Gli strumenti utilizzati sono:
– Sottoscala motoria della Unified Parkinson’s Disease Rating Scale (UPDRS) per valutare il decorso del PD. Si compone di 4 parti (1= attività mentale, comportamento e umore, 2= attività quotidiana, 3= esame motorio, 4= complicanze della terapia). Le prime 3 parti contegono domande su una scala a 5 punti (0-4).
Mini Mental State Examination (MMSE).
L’analisi statistica è stata fatta con una valutazione between (tra i gruppi), within (entro i gruppi) e gruppi misti (gruppo x tempo).
Ne risulta che la PT è più efficace se usata in combinazione con il training autogeno, anche se questa efficacia è risultata meno evidente nel follow-up di 12 settimane ed è probabile che sia legata al trattamento discontinuo col T.A. La presenza di alcuni limiti come l’assenza di misure oggettive, la versione breve del training autogeno e il follow-up ravvicinato, richiede ancora altri studi.

Bibliografia

(1) M. S. Ajimsha, Nisar A. Majeed, Elanchezhian Chinnavan, Ramiah Pillai Thulasyamma. Effectiveness of Autogenic Training inimproving motor performances in Parkinson’s disease. 2014. Complement Ther Med.

A cura della dott.ssa Emanuela Tufano e del dott. Massimiliano Stocchi

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