training autogeno

Il training autogeno è un trattamento particolarmente benefico nella terapia di diverse patologie e disturbi, sia di natura fisica (cancro, distrofia, ipertensione) sia di natura psicologica (depressione, ansia, disturbo del comportamento alimentare).

Qui di seguito è riportata una rassegna delle principali applicazioni cliniche del training autogeno e degli studi scientifici che ne dimostrano l’efficacia.

Malattie Cardiovascolari

In uno studio del 2005, condotto da Jan Van Dixhoorn e Adrian White e pubblicato sullo European Journal of Cardiovascular Prevention and Rehabilitation, viene illustrato il ruolo del Training Autogeno nella riduzione della percezione del dolore legate ad un disturbo cardiaco chiamato Sindrome Cardiaca X.

Oltre a una riduzione della percezione del dolore, lo studio ha dimostrato anche una riduzione delle sintomatologia neurofisiologica correlata alla sindrome.

Cancro

Uno studio del 2002, condotto da Wright, Courtney e Crowther e pubblicato sullo European Journal of Cancer Care, ha indagato l’efficacia del training autogeno come terapia adiuvante al trattamento standard. La ricerca ha coinvolto 30 soggetti, di cui 18 trattati con training autogeno in 4 periodi della durata di 10 settimane e 2 della durata di 9 settimane. Il training autogeno è stato eseguito per 3 volte al giorno e su un diario è stato chiesto di annotare la propria esperienza.

Lo studio ha confermato l’utilità di questo trattamento nei soggetti con cancro sui disturbi del sonno, ha effetto rilassante, aiuta a gestire lo stress, promuove il benessere, il focus interno, l’auto-incoraggiamento, sentimenti interiori e la loro espressione.

Distrofia Simpatico Riflessa

Uno studio di V. Fialka et al. è partito dall’ipotesi che il training autogeno, combinato al trattamento standard che richiede la fisioterapia, possa ridurre l’attività simpatica e il dolore.

18 soggetti, tra i 16 e 75 anni, con RSD ad un arto superiore, sono stati introdotti nel gruppo di controllo (N=9, ha ricevuto la fisioterapia come trattamento standard) e in quello sperimentale (N=9, fisioterapia + training autogeno).

Nel gruppo sperimentale, il training autogeno è stato eseguito una volta a settimana in 10 sessioni della durata di 90 minuti ciascuna.

Dai risultati si evince una diminuzione del dolore in entrambi i gruppi; la temperatura corporea è significativamente diminuita nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo; la differenza di flessione ed estensione tra gli arti è diminuita in entrambi i gruppi; il volume dell’arto colpito è diminuito nel gruppo sperimentale mentre è invariato nel gruppo di controllo.

Ipertensione Arteriosa

Uno studio del 1988 di T. Aivazyan et al. ha studiato gli effetti del Training Autogeno su 90 pazienti tra i 20 e i 50 anni con ipertensione essenziale, randomizzati in due gruppi:

• Gruppo sperimentale: 44 soggetti che hanno ricevuto il training autogeno;

• Gruppo di controllo: 46 soggetti che non hanno ricevuto il T.A.

Lo studio ha rilevato una diminuzione della pressione arteriosa e un miglioramento dello stato psichico nel gruppo sperimentale, evidenziando, inoltre, come questo trattamento possa essere un aiuto efficace maggiormente nell’ipertensione lieve rispetto a quella moderata.

Sindrome dell’intestino irritabile

In uno studio di Shinozaki et al., pubblicato nel 2010 su “Applied Psychophysiology and Biofeedback” ha indagato gli effetti del training autogeno nei soggetti con SII. I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi:

• Gruppo di controllo di 10 soggetti (5 maschi e 5 femmine);

• Gruppo sperimentale di 11 soggetti (5 maschi e 6 femmine).

I soggetti hanno completato una serie di test come esami del sangue, analisi proteina C-reattiva, ormoni della tiroide, analisi delle urine, sangue nelle feci, colonscopia e, una volta diagnosticata la SII e aver quantificato il disturbo con 4 domande orali, sono stati sottoposti a una cura farmacologica. Il gruppo sperimentale ha ricevuto il training autogeno per 8 sessioni in 8 settimane. 

Lo studio ha confermato l’ipotesi iniziale del beneficio del trattamento nella SII e di come il decorso del disturbo sia legato alla salute e alla qualità della vita.

Disturbo del Comportamento Alimentare

Uno studio del 2014 di Shebanova Vitaliya Ihorivna ha analizzato l’effetto del training autogeno sul comportamento alimentare considerando le possibili variabili in gioco. 

Lo studio è stato suddiviso in 3 fasi:

  1. comprensione del problema;
  2. indagine della motivazione nella correzione del comportamento alimentare tramite il questionario “Diagnosis of figure correction motivation” e il metodo “Cartesian coordinates“;
  3. utilizzo del training autogeno: ai soggetti è stato chiesto di utilizzare 12 o 15 formule-intenzioni che garantivano rilassamento e l’autosuggestione su un corretto comportamento alimentare.

Lo studio ha dimostrato come il training autogeno abbia un ruolo di rilievo nella correzione del disturbo del comportamento alimentare intervenendo sui sistemi cognitivi disadattivi.

Insonnia Secondaria

In uno studio del 2011 di Ann Bowden, Ava Lorenc and Nicola Robinson, è stato indagato, attraverso la somministrazione di tre questionari, il ruolo del training autogeno sull’insonnia in 153 soggetti la cui insonnia non era il motivo principale del loro disturbo, ma compariva tra i sintomi. 

Dai risultati si evince un significativo miglioramento dei sintomi dell’insonnia (specie sui punti relativi all’energia, sentirsi riposati alla veglia, tempo per addormentarsi e difficoltà a tornare a dormire), confermando i benefici del training autogeno sul sonno in soggetti con o senza disturbi del sonno e che può ridurre anche l’ansia e la depressione che possono essere causa o sintomi dell’insonnia.

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